Storia
Il Museo Anatomico Veterinario fa parte del Sistema Museale di Ateneo (SMA). Si è formato nel tempo con il preciso intendimento di documentare le particolarità anatomiche proprie di quelle specie di animali domestici allevate per scopi economici. È nato con l’insegnamento della disciplina anatomica a Pisa, ne ha condiviso le vicissitudini storiche ed ha risentito delle varie innovazioni tecniche che si sono succedute nell’uso dei materiali di conservazione museale e nell’impiego di mezzi didattici.
Nonostante che già nel XVIII secolo a Pisa avessero operato per lungo tempo due cultori dell’ippologia e autori sull’argomento di trattati noti nell’Europa dell’epoca (Nicolò Rosselmini, patrizio pisano, Sovrintendente Generale delle Razze e delle Scuderie Imperiali del Granducato, ed il Barone D’Eisemberg, nobile di origine tedesca, Direttore delle Scuderie Imperiali e Primo Cavallerizzo dell’Accademia di Pisa), il primo insegnamento ufficiale di arte veterinaria inizia nel 1818 ed è tenuto da Vincenzo Mazza in forma privata.
Questi, già Veterinario della Grande Armata Napoleonica, si era diplomato in Veterinaria alla scuola di Milano e, alla caduta dell’imperatore, al seguito del Principe di Canosa giunge a Pisa, dove assume la carica di Veterinario della Comunità Pisana, si laurea in Medicina e apre una propria scuola di Veterinaria in Via La Tinta, nel quartiere di San Martino. Per le dimostrazioni pratiche ed anatomiche il Mazza si avvale anche dei cavalli del presidio militare della Cittadella e coinvolge docenti dell’ateneo pisano quali Gaetano Savi per l’insegnamento della botanica.
Nel 1821, sempre al seguito del Principe di Canosa, il Mazza si trasferisce a Napoli e l’insegnamento pisano si spenge. Nel 1839 Melchiorre Tonelli da Fivizzano riceve dal Riordinatore Generale degli Studi del Granducato, Gaetano Giorgini, l’incarico di una cattedra di Zooiatria aggregata alla Facoltà di Medicina e Chirurgia dell’Università di Pisa. Il radicamento definitivo dello studio della Medicina Veterinaria si ha nel 1859 con Cosimo Ridolfi, Ministro della Pubblica Istruzione del Governo provvisorio della Toscana: da questo momento l’insegnamento veterinario si consolida e si espande rapidamente. Nel 1874 il Museo trova ospitalità in un terreno attiguo agli Spedali Riuniti di Santa Chiara, nelle vicinanze dei Macelli Pubblici e del deposito Stalloni.
Nasce in questo modo la Regia Scuola Superiore di Medicina Veterinaria alle dipendenze dell’Università (1875). Nel Gabinetto di Anatomia, denominato poi Istituto di Anatomia Generale e Descrittiva dei Vertebrati Domestici, è riservato lo spazio per il Museo Anatomico. Qui sono accolti i preparati anatomici ereditati dai periodi precedenti e risalenti all’insegnamento del Mazza, cui si aggiungono quelli del professor Luigi Lombardini e dei suoi allievi, Chiappa, Antonini, Stampani e Bossi. Virginio Bossi, preparatore anatomico esperto ed interessato in particolare ai vasi sanguigni, assume la direzione dell’Istituto di Anatomia l’anno dopo la morte del Lombardini, nel 1898, e la mantiene fino al 1903, anno in cui inizia a dedicarsi alla chirurgia. A lui subentra Ugo Barpi (1903‐1925) proveniente dalla Scuola di Medicina Veterinaria di Napoli. Solo nel 1934 il Museo Anatomico trova la sua collocazione definitiva con la nascita della Facoltà di Medicina Veterinaria.